La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024, commi 427-429) ha ridefinito il Piano Transizione 5.0, introducendo modifiche significative che mirano a incentivare l’adozione di tecnologie innovative e il risparmio energetico nelle imprese italiane. Il nuovo quadro normativo non solo potenzia le agevolazioni fiscali, ma semplifica anche le procedure di accesso, rendendo il credito d’imposta più vantaggioso e fruibile. Il piano, istituito dall’articolo 38 del D.L. 19/2024, è destinato agli investimenti effettuati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, con l’obiettivo di sostenere progetti che comportano una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o del 5% per i processi interessati. I beneficiari devono essere imprese residenti in Italia o stabili organizzazioni, senza limitazioni di settore o dimensione, purché rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e gli obblighi previdenziali, come stabilito dal Decreto Interministeriale del 24 luglio 2024.
Ampliamento della platea dei beneficiari
L’ampliamento della platea include ora le ESCo (società di servizi energetici certificate UNI CEI 11352), che supportano le imprese attraverso audit energetici, interventi mirati e contratti EPC (Energy Performance Contract), con l’impegno a ridurre i consumi. Le società di servizi energetici certificate potranno accedere al credito d’imposta in relazione ai progetti di innovazione realizzati presso i propri clienti. Le ESCo devono effettuare un audit preliminare, proporre interventi e verificarne l’efficacia.
In precedenza, il credito d’imposta era riconosciuto solo alle imprese residenti in Italia o alle stabili organizzazioni di soggetti non residenti che effettuavano nuovi investimenti in strutture produttive nel territorio dello Stato, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici.
Investimenti agevolabili e incentivi alla formazione
Sono agevolabili beni materiali e immateriali nuovi (Allegati A e B della L. 232/2016), inclusi impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile e software di gestione, purché interconnessi al sistema aziendale. La formazione del personale, fino al 10% dell’investimento (art. 31 Reg. UE 651/2014) con un tetto di 300.000 euro, è inclusa. Ad esempio, un’azienda alimentare ha formato il proprio staff su software gestionali avanzati, incrementando l’efficienza. Sono agevolabili gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, inclusi impianti fotovoltaici, sistemi di monitoraggio energetico e software di gestione aziendale. È previsto inoltre un incentivo per la formazione del personale fino al 10% dell’investimento, con un limite massimo di 300.000 euro (art. 31, Reg. UE 651/2014).
Aliquote incrementate e riduzione degli scaglioni
Dal 1° gennaio 2025, le aliquote del credito d’imposta, per gli investimenti in impianti fotovoltaici, sono incrementate in base alla tipologia di investimento e saranno pari a:
- 130% per moduli prodotti nell’UE con efficienza di almeno il 21,5%;
- 140% per moduli con celle di efficienza ≥23,5%;
- 150% per moduli bifacciali a eterogiunzione di silicio o tandem con efficienza ≥24%.
Queste percentuali rappresentano un incremento rispetto al regime precedente, che riconosceva al massimo il 120% per i moduli più efficienti.
Il nuovo piano prevede, infine, la riduzione degli scaglioni di investimento a due livelli: il 35% per investimenti fino a 10 milioni di euro e il 5% per importi superiori.
Requisiti energetici, cumulabilità e nuove regole procedurali
Il risparmio energetico richiesto è di almeno il 3% per la struttura produttiva e il 5% per i processi, come stabilito dal comma 9-ter dell’articolo 38 D.L. 19/2024. Il credito è cumulabile con il bonus ZES (D.L. 124/2023) e i fondi UE (Reg. 2021/241). Una PMI del settore tecnologico ha combinato queste agevolazioni per automatizzare i processi, riducendo costi e consumi.