L’accordo tra Consiglio UE ed Europarlamento prevede che al 2030 le energie rinnovabili dovranno coprire il 42,5% dei consumi elettrici finali.
Contesto e nuovi obiettivi
Le istituzioni Ue hanno finalmente raggiunto un accordo per promuovere e regolamentare le energie rinnovabili. L’accordo sulla nuova direttiva che sarà pubblicata a breve, cosiddetta RED III che va ad aggiornare la RED II (la Direttiva UE 2018/2001), prevede di aumenta al 42,5% l’obiettivo Ue al 2030 per la quota di consumi finali di energia elettrica che dovranno essere coperti da fonti rinnovabili. Il contributo obbligatorio delle rinnovabili sale non solo rispetto all’attuale 32%, ma anche a quanto proposto dalla Commissione nel pacchetto clima del 2021 (40%).
Tra gli altri provvedimenti previsti è emerso che al 2030 le energie rinnovabili dovrebbero contribuire al 49% dell’energia utilizzata dagli edifici.
Le novità riguardano anche gli obiettivi vincolanti per i trasporti. Gli Stati membri potranno scegliere tra un obiettivo di almeno il 29% di quota di rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030 oppure un obiettivo di riduzione del 14,5% dell’intensità di gas a effetto serra nei trasporti grazie all’uso di fonti rinnovabili. Le rinnovabili dovranno inoltre contribuire ai consumi del settore con almeno il 5,5% di biocarburanti avanzati (cioè da materie prime non alimentari) e carburanti rinnovabili di origine non biologica (idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno).
Il contributo dell’idrogeno a basse emissioni, cioè fatto con il nucleare, sarà conteggiato come rinnovabile. La Francia, Paese sostenitrice del nucleare, ha ottenuto che l’energia atomica sia conteggiata per la decarbonizzazione dell’industria. Tuttavia sono stati previsti dei limiti che prevedono che il 42% dell’idrogeno provenga da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 60% entro il 2035. I Paesi potranno comunque coprire il 20% di queste quote usando la produzione nucleare a determinate condizioni. L’accordo prevede inoltre criteri più stringenti per la produzione di energia da biomasse, che restano tuttavia conteggiate come rinnovabili.
Gli Stati membri designeranno aree di accelerazione per le energie rinnovabili in cui i progetti beneficeranno di autorizzazioni semplificate laddove gli impianti saranno considerati di “interesse pubblico prevalente” (massimo 18 mesi). Al di fuori di tali aree, il processo non dovrebbe superare i 27 mesi.