Plastic tax: effetti e conseguenze

Dic 9, 2019

Confindustria esprime la sua forte contrarietà in merito all’introduzione di una tassa sugli imballaggi in plastica prevista dal Documento Programmatico di Bilancio 2020.

La misura non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese.

Confindustria è fermamente convinta che uno dei principali driver su cui puntare per realizzare un vero sviluppo sostenibile sia il completamento della transizione, verso il modello economico circolare e non i divieti o la tassazione di materiali.

I rifiuti costituiscono una enorme riserva di risorse che, se opportunamente gestita e valorizzata, può garantire un approvvigionamento sostenibile e continuo negli anni di materiali ed energia.

L’industria italiana ha investito da tempo nell’economia circolare guadagnandosi la leadership europea, attraverso:

 minor utilizzo delle materie prime;

 maggiore efficienza nei processi produttivi;

 meno rifiuti e una positiva percezione da parte del mercato e dei consumatori.

Confindustria insieme alle Associazioni di categoria del Sistema, Unionplast, Federalimentare, Plasticseurope Italia, Amaplast ecc. sta da tempo seguendo i lavori e sta attuando molte azioni per depennare questa tassa nata senza nessuno scopo ambientale, ma solo per fare “cassa”.

Riportiamo un documento di sintesi degli effetti e conseguenza dell’eventuale introduzione della Tassa elaborato da Unionplast.

ARTICOLI CORRELATI

RENTRI – Pubblicati tre decreti direttoriali

Sono stati pubblicati tre decreti direttoriali relativi: alle caratteristiche che i sistemi di geolocalizzazione devono garantire ai fini della tracciabilità dei rifiuti, ai manuali a supporto degli...

RICERCA