Confindustria esprime la sua forte contrarietà in merito all’introduzione di una tassa sugli imballaggi in plastica prevista dal Documento Programmatico di Bilancio 2020.
La misura non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese.
Confindustria è fermamente convinta che uno dei principali driver su cui puntare per realizzare un vero sviluppo sostenibile sia il completamento della transizione, verso il modello economico circolare e non i divieti o la tassazione di materiali.
I rifiuti costituiscono una enorme riserva di risorse che, se opportunamente gestita e valorizzata, può garantire un approvvigionamento sostenibile e continuo negli anni di materiali ed energia.
L’industria italiana ha investito da tempo nell’economia circolare guadagnandosi la leadership europea, attraverso:
minor utilizzo delle materie prime;
maggiore efficienza nei processi produttivi;
meno rifiuti e una positiva percezione da parte del mercato e dei consumatori.
Confindustria insieme alle Associazioni di categoria del Sistema, Unionplast, Federalimentare, Plasticseurope Italia, Amaplast ecc. sta da tempo seguendo i lavori e sta attuando molte azioni per depennare questa tassa nata senza nessuno scopo ambientale, ma solo per fare “cassa”.
Riportiamo un documento di sintesi degli effetti e conseguenza dell’eventuale introduzione della Tassa elaborato da Unionplast.