– “Abbiamo chiesto ad un piccolo campione di aziende nostre associate il valore complessivo degli investimenti realizzati e programmati, in un arco temporale di 5 anni, (gli ultimi 2 e i prossimi 3), il risultato: 300milioni di euro. Chi investe in uno stabilimento nuovo ha la visione di restare sul territorio e non di portare le proprie attività in Paesi esteri vicini o lontani che siano”.
E’ partendo da queste premesse sottolineate da Claudio Tasselli, presidente della Sezione Territoriale Fiorentina Nord di Confindustria Firenze che nasce l’incontro organizzato dalla Sezione Territoriale con i sindaci dell’area della Piana fiorentina, per chiedere loro un impegno che faciliterebbe le imprese che vogliono investire sul territorio.
“Vogliamo ribadire il nostro ruolo – aggiunge Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze -, con il pieno diritto-dovere di ‘fare politica’ inteso come responsabilità di indicare progetti, soluzioni che possano contribuire alla crescita sostenibile della società della quale le imprese che rappresentiamo sono parte fondamentale”.
La Piana fiorentina, oggi, produce il 24% del valore aggiunto dell’industria fiorentina, per un ammontare equivalente a circa 2 miliardi di euro. Nell’area lavorano quotidianamente 64mila persone, il 17% del totale degli addetti della Citta Metropolitana.
Ospita il 26% dei lavoratori del settore manifatturiero, eppure la superfice dell’area equivale al solo 6% di quella di tutto il territorio metropolitano. Questo implica una capacità di produrre reddito per kmq, pari a 2,5 volte quella degli altri Comuni della Città Metropolitana ben 4,5 volte se si considera il solo settore manifatturiero.
Tra il 2014 ed il 2018, nonostante il perdurare della crisi, le unità manifatturiere sono cresciute del 2,1%. Al contrario, nel resto della città metropolitana, sono diminuite del 2,5%. In termini di addetti la Piana fiorentina realizzato una performance ancora migliore, sono, infatti, aumentati del 15,3%, oltre il doppio di quanto fatto dal resto dell’area metropolitana, cresciuti del 6,9%.
“Le nostre imprese – sottolinea Salvadori- chiedono prima di tutto, regole certe e trasparenti, competenza e rapidità decisionali che permettano di progettare le proprie strategie di sviluppo, senza dovere continuamente avanzare a tentoni in un labirinto di norme contraddittorie, costruito su campi minati, le cui mappe, spesso, sono ignote persino agli stessi funzionari pubblici, con quel che ne segue in termini di discrezionalità e arbitrarietà delle decisioni.
Abbiamo bisogno di un territorio che sia, esso stesso, un contenuto dell’attività industriale; un partner delle imprese, che aggiunge valore a quello prodotto dalle aziende”.
In sintesi, le imprese di Confindustria Firenze chiedono:
– semplificazione amministrativa
– standardizzazione dei processi
– uniformità degli strumenti urbanistici e dei regolamenti comunali
– un piano condiviso sulla mobilità pubblico/privata
– sicurezza
– infrastrutture
Chiedono di poter contare su un territorio in grado di supportare le loro progettualità e sono pronte ad intervenire e farsi soggetti attivi per arrivare a realizzarlo.
“Abbiamo bisogno di un canale diretto, non di relazioni privilegiate, ma di un rapporto di vera partnership con i comuni di quest’area, per sbloccare gli investimenti fermi per motivi burocratici – aggiunge Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze -. Che si impegnino a incontrare chi vuole investire in questo territorio nel giro di pochi giorni (massimo una settimana); e si impegnino a dare risposte in tempi industriali. E sarebbe un segnale importante una riduzione significativa – se non addirittura un azzeramento – dell’aliquota Imu, per i primi tre anni di ogni nuovo investimento sul territorio”.
“Lo sviluppo del territorio della Piana – aggiunge Tasselli – è un compito che più soggetti devono affrontare insieme. Le imprese sono il presupposto essenziale per produrre e distribuire benessere, ma non basta. Abbiamo, infatti, necessità di una visione strategica metropolitana, di regole chiare, di tempi ragionevoli per poter operare. L’impresa non è un sistema isolato e autosufficiente ma è aperto e dinamico in continua osmosi con il territorio circostante e lo rappresenta orgogliosamente attraverso i prodotti venduti nei mercati di tutto il mondo. Per questo abbiamo deciso di avanzare alcune proposte concrete che consentano di incentivare e mantenere gli investimenti delle imprese”.
“Solo così – conclude Tasselli – potremo realizzare i beni e i servizi che competono sui mercati mondiali tutti i giorni per creare e distribuire valore, per migliorare le condizioni di vita di tutti e rendere il territorio dove viviamo e lavoriamo, quotidianamente, più accogliente, sano e sicuro”.