Da alcuni anni è stata istituita la certificazione della parità di genere, con il fine di attestare come le aziende contribuiscano nell’obiettivo di ridurre il divario tra uomo e donna, ed evitare conseguentemente criticità nella crescita professionale della figura femminile, promuovendone al contrario una maggiore inclusione. Per le aziende che la conseguono i vantaggi sono molteplici.
Quali sono i riferimenti normativi della certificazione sulla parità di genere
La Legge n. 162/2021 ha istituito la certificazione della parità di genere di cui all’art. 46-bis del D. Lgs. n. 198/2006 (Codice per le pari opportunità tra uomo e donna), al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere, garantendo, in tal modo, inclusione e diversità all’interno dell’ambiente lavorativo.
È una certificazione volontaria che le aziende potranno richiedere agli organismi di certificazione accreditati, per attestare che attivino politiche aziendali volte a ridurre le differenze di genere: dagli squilibri nelle retribuzioni alla parità di ruoli professionali, alle possibilità di crescita e carriera, dalla tutela della maternità ad ogni altra disuguaglianza uomo–donna che si realizzino in contesti lavorativi. A differenza di altre certificazioni, questa non dà una semplice valutazione dello stato di fatto, ma definisce i processi di miglioramento sui quali impegnarsi essendo la parità di genere un principio fondamentale per una società equa e inclusiva.
I parametri per poter ottenere la certificazione sono definiti e descritti nella Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022.
UNI/Pdr 125:2022 – Di che cosa si tratta?
Il 16.03.2022 l’Ente Italiano di Normazione «UNI» ha pubblicato il documento tecnico UNI/PdR 125:2022 che fornisce alle aziende uno strumento utile per concorrere agli obiettivi fissati all’agenda «ONU 2030» e conformarsi ai requisiti indicati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza «PNRR», il quale, nella Missione n.5, mira a sostenere «la parità di genere e a contrastare le discriminazioni».
La prassi di riferimento definisce le linee guida sul sistema di gestione per le parità di genere che prevede la strutturazione e l’adozione di un insieme di indicatori prestazionali KPI (Key Performance Indicator), relativi alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni. Un aspetto importante è che gli indicatori vengono declinati in modo diverso a seconda delle dimensioni dell’azienda e del settore di produzione, seguendo i codici Ateco.
La certificazione secondo la UNI/PdR 125:2022 supporta l’empowerment femminile, ne promuove l’occupazione, favorisce l’uguaglianza nel mondo del lavoro e integra il principio dell’equità di genere nella normativa nazionale.
Per realizzare un vero e proprio cambiamento nel contesto lavorativo è necessario che i principi di parità di genere e di rispetto delle diversità siano integrati negli obiettivi aziendali. Gli interventi a sostegno delle pari opportunità in particolare devono coinvolgere:
- L’opportunità di crescita in azienda e la parità di retribuzione;
- La politica di gestione della genitorialità e della conciliazione vita – lavoro;
- La politica di gestione dei processi aziendali.
Per riuscire a misurare il livello di parità di genere all’interno delle singole organizzazioni aziendali la PdR definisce 6 aree di valutazione, contraddistinte da specifici KPI.
Le aree di valutazione sono:
- Cultura e strategia: favorire e sostenere lo sviluppo di un ambiente di lavoro inclusivo con la definizione di valori aziendali coerenti.
- Governance: prevedere un presidio e un budget per implementare e monitorare il sistema di gestione.
- Processi di Human Resources (HR): l’organizzazione si deve impegnare a sostenere pratiche corrette per la selezione, i contratti e le valutazioni delle prestazioni.
- Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda: monitorare le percentuali di donne presenti e di quelle che ricoprono ruoli apicali o che gestiscono budget d’investimento.
- Equità remunerativa per genere: analizzare se esiste una differenza retributiva tra uomini e donne negli stessi livelli di inquadramento e a parità di competenze.
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro: implementare servizi dedicati al rientro dopo la maternità e paternità e strumenti che facilitano la conciliazione vita-lavoro (es: part time, smartworking, ….).
Ogni area è contraddistinta da un peso percentuale e contiene specifici indicatori, che devono essere applicati secondo un principio di proporzionalità e gradualità in base alla dimensione dell’azienda. Lo score minimo di sintesi da raggiungere per avere accesso alla certificazione è pari ad una valutazione complessiva del 60%. Le aziende devono dunque definire un piano di azione attraverso l’impostazione di un modello gestionale, in grado di monitorare il mantenimento dei requisiti attuati e gli stati di avanzamento dei risultati.
La certificazione ha una durata triennale, ma dopo 12 e 24 mesi dall’ottenimento vengono effettuati dei monitoraggi da parte dell’ente di certificazione sull’applicazione ed evoluzione nel tempo delle politiche di parità di genere adottate.
L’introduzione della certificazione della parità di genere ha come obiettivo quello di raggiungere, entro il 2026, i seguenti traguardi:
- Entrata in vigore del Sistema di certificazione della parità di genere e relativi meccanismi di incentivazione per le imprese entro dicembre 2022
- Ottenimento della certificazione della parità di genere da parte di almeno 1000 imprese sostenute attraverso l’assistenza tecnica entro giugno 2026.
- Ottenimento della certificazione della parità di genere da parte di almeno 800 imprese, di cui almeno 450 di dimensioni micro, piccole e medie entro giugno 2026
Come richiedere la certificazione?
- Contattare un Organismo di Certificazione Accreditato: è necessario rivolgersi a un organismo di certificazione accreditato, che offre il servizio di Certificazione della Parità di Genere.
- Valutare i requisiti e i processi: assicurarsi di comprendere i requisiti e i processi necessari per ottenere la certificazione.
- Implementare le misure richieste: assicurarsi che l’azienda rispetti i criteri richiesti per la parità di genere.
- Avviare il Processo di Certificazione: avviare il processo di certificazione seguendo le linee guida stabilite dalla normativa UNI/PdR 125:2022 e compilando il rapporto sulla situazione del personale entro i termini previsti
- Monitoraggio e miglioramento continuo: dopo aver ottenuto la certificazione, è importante mantenere un monitoraggio costante del sistema di gestione della parità di genere e apportare eventuali miglioramenti necessari durante le sorveglianze annuali.
Quali sono i vantaggi per le aziende?
La certificazione o l’adozione del sistema di gestione in materia di parità di genere offre i seguenti vantaggi:
- Miglioramento della reputazione aziendale verso investitori, clienti e fornitori.
- Miglioramento del benessere e di conseguenza della performance dei propri dipendenti.
- Miglioramento dell’occupazione femminile.
- Miglioramento delle condizioni lavorative per le donne: la certificazione tiene conto della protezione della maternità e mira a migliorare le condizioni lavorative delle donne in azienda
- Riduzione del gender pay gap: la certificazione può contribuire a diminuire il divario retributivo tra generi all’interno delle organizzazioni.
- Maggiore attrattività e retention delle persone in azienda.
- Miglioramento delle performance e dei risultati economici e finanziari.
- Esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50 mila euro all’anno per ciascuna azienda.
- Punteggio premiale per bandi di gara: le aziende certificate ottengono, infatti, un punteggio aggiuntivo in graduatoria per appalti e gare pubbliche, conferendo loro un vantaggio competitivo.
- Punteggio premiale nei bandi per i finanziamenti.
Sempre da monitorare i finanziamenti camerali o regionali in materia.
La certificazione consente, inoltre, di aumentare la reputazione dell’azienda:
- Posizionamento competitivo: l’inclusione e l’equità di un’azienda provvedono ad aumentarne la reputazione e a differenziarla dalla concorrenza
- Reputazione come azienda inclusiva: l’adesione alla parità di genere è simbolo di una forte volontà dell’azienda di costruire un ambiente di lavoro equo e inclusivo per tutti, indipendentemente dal genere. Questo posizionamento unico e distintivo agli occhi degli stakeholder può migliorare significativamente la reputazione dell’azienda
- Attrattività per i talenti: possedere la certificazione per la parità di genere rende l’azienda più appetibile per le persone candidate in cerca di lavoro, poiché dimostra un impegno concreto verso l’inclusione e l’uguaglianza di opportunità.
In conclusione, è possibile, quindi, affermare che la certificazione non solo promuove valori etici e sociali importanti, ma può fungere da leva strategica garantendone un ottimo posizionamento. Al contrario, le aziende che non conseguendo all’ottenimento di tale certificazione, possono andare in contro a sanzioni e limitazioni nell’accesso a opportunità lavorative e finanziarie