Il MASE e il GSE hanno anticipato alle imprese energivore importanti novità e opportunità di risparmi sul tema dell’Energy release 2.0 .
Contesto
Torniamo sul tema del nuovo strumento dell’Energy Release 2.0 approvato a luglio dal MASE che prevede un prezzo calmierato dell’energia elettrica a supporto delle imprese energivore che realizzano nuova capacità rinnovabile. Una misura che potrà consentire alle 3.800aziende italiane (di cui di cui 400 grandi imprese) di abbattere i costi energetici fino ad un terzo dei loro consumi annui per i prossimi tre anni e investire in progetti rinnovabili. Per il dettaglio della misura si dovrà ancor attendere le regole operative, ma per una prima disamina si rimanda all’articolo pubblicato QUI.
Resoconto dell’evento
Confindustria ha oggi presentato alle associazioni e alle aziende del Sistema confederale la tanto attesa misura Energy Release sulla cui definizione ha lavorato con il MASE e il GSE per dare alle imprese un meccanismo pluriennale di fornitura di energia pulita a prezzi competitivi.
L’Energy Release 2.0 è finalizzata a promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, tenuto conto degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – PNIEC. Nello specifico la misura supporta la transizione energetica dei settori industriali esposti alla concorrenza internazionale e, quindi, a maggiore rischio di delocalizzazione, fornendo ai clienti finali energivori: una priorità nella concessione di superfici pubbliche per la realizzazione degli impianti in caso gli Enti concedenti ricevessero più richieste per le medesime aree; la facoltà di richiedere per 36 mesi (3 anni) una anticipazione del 50% dell’energia che verrà generata a seguito dei loro investimenti e delle relative Garanzie d’Origine.
“Oggi si sta verificando un preoccupante trend, secondo il quale i differenziali fra l’Italia e le altre borse elettriche europee si stanno allargando: lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 €/MWh, 57% in più della Germania, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia”, ha affermato il Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina, che ha poi ribadito come questo provvedimento possa alleggerire la pressione competitiva sulle aziende se risulterà sufficientemente partecipato: “Il lavoro di Confindustria si è concentrato sul dialogo con le Istituzioni per ampliare il più possibile la platea di beneficiari, perché vediamo l’energy release come un primo tassello della riforma del mercato elettrico. Procediamo nella direzione del disaccoppiamento del prezzo dell’energia green da quello dell’energia fossile come indicato anche da Draghi nel suo rapporto sulla Competitività Europea”.
Al convegno hanno partecipato anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e il Presidente del GSE Paolo Arrigoni, per approfondire tutti gli aspetti della misura e fornire alle aziende il supporto necessario per partecipare al bando, in attesa delle regole operative che sono in via di definizione.
A testimonianza dei consumatori industriali è intervenuto Antonio Gozzi, Special Advisor per l’Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività – oltre che Presidente di Federacciai – il quale ha sottolineato l’importanza di renderla strutturale.
Tra le anticipazioni portate dal GSE, il responsabile Affari Regolatori del Gestore, Davide Valenzano, ha illustrato il cronoprogramma: ad ottobre sarà pubblicato il Bando, a novembre il Gse aprirà il portale per la manifestazione d’interesse che rimarrà aperto fino a fine dicembre, mentre nel primo mese del 2025 è prevista la pubblicazione degli esiti, unitamente all’apertura del periodo per la stipula dei contratti, da chiudersi entro febbraio. Il 30 marzo si procederà quindi al primo pagamento.
L’energia rinnovabile in disposizione del GSE per il meccanismo dell’Energy Release è di 20 TWh/anno e in riferimento al prezzo calmierato di cessione alle imprese il GSE ha anticipato che “andremo verso la parte bassa della forchetta 65-75 €/MWh” per cui la misura vale almeno 800 mln € annui ai prezzi attuali”.
Essendo un tema di forte interesse per le imprese sarà nostra cura seguire con attenzione l’evoluzione della normativa e tenervi aggiornati.