Il 2021 segna un primato sia per le importazioni agroalimentari, che raggiungono il valore record di 48,28 miliardi di euro (+13,6%), sia per le esportazioni, che superano per la prima volta i 50 miliardi (+11,3). La maggiore crescita dell’import rispetto all’export agroalimentare interrompe il trend positivo della bilancia agroalimentare, passata da un deficit di oltre 6,5 miliardi di euro (2014) a +2,86 miliardi nel 2020.
Questo l’avvio della presentazione del Rapporto 2021 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, realizzato dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Giunto alla sua 30° edizione, quest’anno il volume è arricchito da un approfondimento sui primi effetti della crisi russo-ucraina.
Sintetizzano che “nel 2021 la crescita in valore, rispetto all’anno precedente, degli scambi agroalimentari italiani è generalizzata, riguarda quasi tutti i principali mercati e prodotti. Fanno eccezione le esportazioni di pasta (-6,2% in valore e -12,6% in quantità) e di conserve di pomodoro (+0,2% in valore e -7,7% in quantità) dopo il netto aumento del 2020. Pertanto, il valore dell’export di questi due importanti prodotti del Made in Italy nel 2021 risulta comunque superiore a quello registrato nel 2019”.
Continuando a riportare la sintesi del rapporto si evidenzia che “UE e Nord America si confermano i principali mercati di riferimento per le esportazioni agroalimentari dell’Italia, con quote del 57,7% e 13,2% rispettivamente. Dal lato delle importazioni – oltre all’UE che copre il 68% – Asia e Sud America sono le altre principali aree di approvvigionamento dell’Italia. I netti incrementi in valore degli scambi agroalimentari riguardano quasi tutti i principali paesi partner dell’Italia; sia i clienti tra cui Germania (+7,1%), Francia (+8,3%) e Stati Uniti (+14,2%), sia i fornitori tra cui Francia (+11,5%) e Spagna (+12%).
Nel 2021 gli effetti della Brexit sugli scambi agroalimentari sono evidenti: le importazioni dell’Italia dal Regno Unito sono quasi dimezzate rispetto al 2020 e la crescita delle esportazioni (+1,6%) è nettamente inferiore a quella verso gli altri principali mercati di destinazione.
Focus sugli effetti della crisi russo-ucraina
L’import agroalimentare dell’Italia dall’Ucraina nel mese di marzo 2022, rispetto a marzo 2021, mostra una riduzione in valore del 13%. In forte calo i volumi importati dei principali prodotti (-40,5% di olio di girasole; -70% di panelli di girasole e frumento tenero). Più contenuta la contrazione dell’import di mais (-5,4%).
Nello stesso periodo si riduce del 35% il valore dell’export agroalimentare dell’Italia verso la Russia. La contrazione colpisce molti dei principali prodotti, tra cui il caffè torrefatto (-81,8% in quantità) e gli spumanti DOP (-46,4%).”
E’ possibile scaricare il rapporto completo e le infografie