Nell’evento online organizzato da Confindustria Toscana Centro e Costa, si è discusso delle criticità derivanti dagli appalti e dalla somministrazione illecita di manodopera, con un focus particolare sui rischi legali e operativi che possono coinvolgere le aziende. L’incontro, caratterizzato da una forte partecipazione, ha visto l’intervento di esperti del settore legale che hanno delineato le principali fattispecie di reato, le conseguenze per le imprese e le possibili strategie di prevenzione.
Introduzione e obiettivi del webinar
L’obiettivo principale del webinar era fornire informazioni pratiche e aggiornate su come evitare i rischi legali connessi alla gestione di contratti di appalto e alla somministrazione di manodopera, soprattutto alla luce delle recenti riforme normative e delle evoluzioni giurisprudenziali.
Rischi legali connessi agli appalti e alla somministrazione illecita
L’avvocato penalista Michele Davirro ha aperto il dibattito entrando nel merito delle responsabilità penali derivanti da contratti di appalto irregolari. Uno degli aspetti più preoccupanti, ha evidenziato, è il crescente ricorso a forme di esternalizzazione della manodopera, spesso con modalità irregolari che sfociano in frodi fiscali e sfruttamento del lavoro.
Uno dei principali problemi evidenziati è la dissociazione tra il datore di lavoro e il lavoratore, un fenomeno in crescita che, se gestito in modo scorretto, può dar luogo a reati sia civili che penali. Davirro ha illustrato casi concreti di indagini che hanno portato alla luce sistemi illeciti, come quello delle cosiddette “cooperative fantasma”, utilizzate per evadere le imposte e sfruttare il lavoro, spesso in condizioni di caporalato. Queste cooperative nascono e scompaiono rapidamente, lasciando alle spalle debiti fiscali e contributivi, mentre i lavoratori vengono sistematicamente trasferiti da una cooperativa all’altra senza godere dei diritti previsti dalle leggi sul lavoro.
Le sanzioni penali: dalle contravvenzioni alle misure interdittive
Con la recente introduzione del decreto legislativo n. 19 del 2024, ha spiegato Davirro, sono state inasprite le pene per chi ricorre a pratiche di appalto o somministrazione illecita. In passato, questi reati erano sanzionati solo a livello amministrativo, ma la nuova normativa prevede anche sanzioni penali, tra cui l’arresto e multe salate. Questo nuovo quadro normativo, più rigido, ha l’obiettivo di scoraggiare le pratiche fraudolente legate alla somministrazione di manodopera.
Il relatore ha inoltre messo in evidenza come i reati legati agli appalti illeciti possano portare anche a procedimenti penali molto gravi, come quelli per caporalato o sfruttamento dei lavoratori, reati che, se accertati, possono comportare pene detentive fino a sei anni, oltre a sanzioni economiche e interdittive molto severe. Questi procedimenti penali sono particolarmente frequenti nei settori della logistica, della moda e dell’edilizia, ma stanno emergendo anche in ambiti meno tradizionali, come quello turistico.
La prevenzione dei rischi e il ruolo della giurisprudenza
Oltre alle misure repressive, l’incontro ha sottolineato l’importanza della prevenzione. Michele Giordano, consulente legale, ha proposto una serie di modelli di prevenzione dei rischi e di rafforzamento dei sistemi di controllo interni aziendali. L’introduzione di modelli organizzativi efficaci può prevenire situazioni di rischio, riducendo la probabilità di incorrere in sanzioni penali e amministrative.
Uno degli strumenti preventivi principali è l’adozione di modelli organizzativi conformi al decreto legislativo 231/2001, che prevede un sistema di gestione aziendale volto a prevenire i reati. Giordano ha spiegato che le imprese possono ridurre i rischi legati alla somministrazione illecita di manodopera tramite l’adozione di protocolli di controllo interno che garantiscano il rispetto delle normative. È essenziale effettuare una due diligence accurata sui fornitori e sui contratti di appalto, nonché attivare un monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro nelle aziende coinvolte nella filiera produttiva.
Il futuro della normativa: la sostenibilità come nuovo orizzonte
Giulia Cantini, avvocato dello studio KPMG, ha invece affrontato il tema della sostenibilità, evidenziando come la normativa europea stia progressivamente includendo tra i requisiti per le aziende non solo la conformità alle normative giuslavoristiche, ma anche il rispetto di criteri ambientali e sociali. Con l’approvazione della Corporate Sustainability Due Diligence, le imprese saranno obbligate a monitorare tutta la catena di fornitura per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e la sostenibilità ambientale.
Cantini ha sottolineato che questa direttiva europea, che entrerà in vigore nel 2026, non riguarderà solo le grandi imprese, ma anche le piccole e medie imprese coinvolte nella filiera produttiva. Le aziende dovranno dunque dotarsi di strumenti di controllo più rigorosi e adottare politiche trasparenti per evitare di incorrere in sanzioni e preservare la propria reputazione.
Conclusioni
L’incontro si è concluso con una sessione di domande e risposte, durante la quale i relatori hanno ribadito l’importanza per le aziende di dotarsi di strumenti adeguati per prevenire i rischi legati agli appalti e alla somministrazione illecita di manodopera. È emersa chiaramente la necessità di un approccio integrato che coinvolga non solo le funzioni legali, ma anche quelle operative, per garantire il rispetto delle normative e proteggere le imprese dalle gravi conseguenze penali e reputazionali.
In sintesi, l’evento ha offerto un quadro esaustivo e pratico sulle sfide e le opportunità connesse alla gestione degli appalti, evidenziando l’importanza di adottare un sistema di prevenzione e controllo adeguato alle nuove normative.