In un mondo sempre più attento alla sostenibilità, l’Unione Europea ha varato la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), un provvedimento destinato a ridefinire le pratiche aziendali ponendo al centro gli impatti sociali e ambientali lungo l’intera catena del valore, compresi i fornitori diretti e indiretti e le proprie attività. Questo nuovo scenario normativo non solo imporrà obblighi alle imprese, ma nasconde anche interessanti opportunità per chi saprà coglierle.
Una volta firmata dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, la nuova Direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, prevista entro 3-6 settimane dal 24 maggio. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.
Che cos’è la CSDDD
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), nota anche come Supply Chain Act, rappresenta una significativa normativa europea nel contesto di “Fit for 55“, il pacchetto di riforme presentato dalla Commissione europea nel 2021 e che fa parte del piano europeo per contrastare il cambiamento climatico, il cosiddetto Green Deal.
L’obiettivo principale è rendere le grandi imprese legalmente responsabili di tutte le attività che possono generare un impatto ambientale o un impatto sociale nell’ambito dell’intera catena del valore che include sia le fasi iniziali (come progettazione, estrazione, approvvigionamento) che quelle finali (come distribuzione e stoccaggio), oltre alle attività direttamente svolte dalla stessa azienda o dal suo gruppo.
Questa direttiva introduce nuovi principi nel concetto di sostenibilità aziendale, ampliando quanto già previsto dalla normativa CSRD. Le imprese interessate, per ora limitate alle grandi aziende, devono integrare nel proprio piano di risk management i rischi legati alla non conformità con la due diligence sulla catena del valore. Inoltre, tutte le imprese coinvolte nella catena del valore sono chiamate a sviluppare strategie di reporting sulla sostenibilità e sugli impatti sociali delle proprie attività per rimanere competitive nel mercato.
A chi si applica
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive si applicherà alle imprese che contano oltre 1000 dipendenti e oltre 450 milioni di euro di fatturato. Tali imprese dovranno dunque preoccuparsi di attuare un sistema basato sul rischio per monitorare, prevenire o riparare le violazioni dei diritti umani o i danni ambientali individuati dalla direttiva sia all’interno dell’azienda che lungo tutta la loro catena di attività.
Così come per la CSRD, anche la CS3D verrà applicata gradualmente secondo un calendario ben preciso. Le prime che dovranno applicarla entro tre anni dall’entrata in vigore saranno le imprese con oltre 5000 dipendenti e 1500 milioni di euro di fatturato. Dall’anno successivo dovranno applicarla anche le imprese con oltre 3000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato. Le ultime ad applicare la Corporate Sustainability Due Diligence, a cinque anni dall’entrata in vigore, saranno le aziende che contano oltre 1000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato.
Cosa prevede la Direttiva
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) impone nuovi obblighi alle imprese. In particolare, le imprese dovranno effettuare una valutazione approfondita degli impatti ambientali e sui diritti umani lungo tutta la catena del valore per
- identificare e comprendere i rischi (Dovere di Diligenza),
- sviluppare piani d’azione per prevenire tali rischi (Dovere di Prevenzione) e assicurarsi che la catena del valore rispetti la normativa.
Verrà pertanto chiesto alle imprese di correggere eventuali non conformità (Dovere di Verifica), integrando la due diligence nei protocolli e nei sistemi di gestione aziendale, identificando e valutando gli impatti negativi, adottando misure preventive e correttive, implementando un sistema di segnalazione e gestione dei reclami, valutando periodicamente l’efficacia delle politiche e delle misure almeno ogni 12 mesi e divulgando le attività di due diligence tramite una dichiarazione annuale pubblicata sul sito web.
Sanzioni
Le sanzioni saranno applicate dalle autorità di vigilanza nazionali, che avranno il compito di monitorare la conformità delle imprese alle disposizioni della CSDDD. Le autorità dovranno collaborare a livello europeo per garantire un’applicazione uniforme e coordinata delle sanzioni, condividendo informazioni e best practice.
- Sanzioni Pecuniarie
Le imprese che non rispettano queste disposizioni possono essere multate con sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino al 5% del loro fatturato globale annuo. Questo rappresenta un deterrente significativo, poiché la multa è proporzionale alla dimensione economica dell’azienda, rendendola particolarmente onerosa per le grandi imprese.
- Strumenti di Denuncia Pubblica
Le autorità di vigilanza avranno il potere di rendere pubblici i nomi delle società inadempienti. Questa forma di sanzione, nota anche come “name and shame”, mira a danneggiare la reputazione delle aziende non conformi, esercitando una pressione sociale e commerciale affinché adottino comportamenti più responsabili.
- Responsabilità Civile
Le aziende inadempienti possono essere soggette a cause legali per danni causati dalla mancata adozione delle misure di due diligence previste dalla direttiva. Questo implica che le vittime di violazioni dei diritti umani o di danni ambientali possono intentare cause civili per ottenere risarcimenti, rendendo le imprese responsabili direttamente per i danni causati lungo la loro catena del valore.
- Interruzione delle Attività
Le autorità competenti possono ordinare l’interruzione di attività o comportamenti specifici che stanno causando danni sociali o ambientali. Questo potrebbe includere la sospensione temporanea o permanente di operazioni o la necessità di modificare pratiche aziendali per conformarsi alla normativa.
- Dazi e Proibizioni sui Prodotti
Le imprese che non rispettano la CSDDD possono affrontare dazi aggiuntivi sui loro prodotti o, in casi estremi, il divieto di esportare determinati prodotti nei paesi membri dell’Unione Europea. Questa misura mira a garantire che i prodotti che entrano nel mercato dell’UE rispettino standard elevati di sostenibilità e diritti umani.
- Sospensione della Possibilità di Esportazione
In aggiunta ai dazi, le aziende inadempienti possono vedersi sospesa la possibilità di esportare i loro prodotti negli stati membri dell’UE. Questo rappresenta una sanzione estremamente severa, in grado di compromettere significativamente le operazioni internazionali delle imprese.
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