Nella riunione del COREPER del 21 giugno 2016, gli ambasciatori dei 28 Stati membri hanno dato un primo via libera tecnico al rinnovo per ulteriori sei mesi (e cioè fino a gennaio 2017) delle misure restrittive stabilite dall’UE nei confronti della Russia in risposta alla crisi ucraina ed in scadenza a fine luglio 2016.
La revoca di tali sanzioni (1) è strettamente collegata alla completa attuazione da parte di Mosca degli accordi sottoscritti a Minsk nel febbraio 2015. L’assenza di progressi da parte russa per la soluzione del conflitto in Ucraina ha già comportato diversi rinnovi semestrali delle sanzioni (giugno e dicembre 2015). Inoltre, l’Unione europea ha recentemente deciso di prorogare fino a giugno 2017 un altro pacchetto di misure legato all’annessione della Crimea e di Sebastopoli alla Russia. Infine, scadranno a settembre 2016 le misure individuali relative al blocco dei visti ed al congelamento dei beni di persone fisiche e società ucraine e russe.
Tuttavia, la ratifica politica delle sanzioni potrebbe subire slittamenti per effetto delle pressioni di alcuni Stati membri, tra cui l’Italia e la Francia, convinti della necessità di non procedere alla proroga automatica delle misure ma di avviare un dibattito politico sul futuro delle sanzioni.
(1) In estrema sintesi, le sanzioni limitano l'accesso ai capitali UE da parte dei maggiori enti finanziari russi e di società russe attive nel settore energetico; impongono un divieto di esportazione
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