Premessa
E’ iniziata in questi gironi a Parigi la XXI Conferenza organizzata della Convenzione quadro delle Nazioni Unite (UNFCCC) sui cambiamenti climatici, nota anche come COP21 e “Parigi 2015”, è la che si concluderà l’11 dicembre.
Un appuntamento al quale stanno partecipando tutti i 196 Paesi firmatari (195 Stati + Unione europea) che rappresentano i più importanti Paesi energivori del mondo.
Ciò significa che circa il 75% degli Stati, che rappresentano l’87% delle emissioni globali di agenti nocivi per il clima, ha informato l’ONU dei loro propositi in tema di politiche ambientali.
La prima COP si è svolta a Berlino nel 1995 e le riunioni più importanti da allora hanno incluso la COP3 in cui è stato adottato il protocollo di Kyoto, COP11 in cui è stato prodotto il piano d'azione di Montreal, COP15 a Copenaghen, dove non è stato realizzato un accordo per il successo del Protocollo di Kyoto e COP17 a Durban dove è stato creato il Fondo verde per il clima.
Novità
L'obiettivo principale della conferenza è riuscire ad arrivare, per la prima volta in vent’anni, ad un accordo vincolante e universale sul clima, che limiti il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2 °C rispetto all’era preindustriale (1850 circa), un accordo che sia più solido e più esteso di quello di Kyoto, mai ratificato dagli Stati Uniti.
In vista della Conferenza di Parigi il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che conferisce il mandato per la delegazione del Parlamento alla COP21 e in cui i deputati invitano gli Stati membri a raggiungere un accordo su:
• una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra
• un obiettivo di efficienza energetica del 40%
• un obiettivo del 30% entro il 2030 per le energie rinnovabili.
La risoluzione evidenzia inoltre che tra i settori che generano più emissioni di gas serra, quello dei trasporti si posiziona al secondo posto e invita, pertanto, tutte le parti presenti alla COP21 a lavorare con l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO) e l'Organizzazione marittima internazionale (IMO), per adottare misure che consentano di ridurre le emissioni entro la fine del 2016.
Certamente esiste una notevole differenza fra i diversi Paesi che hanno preso parte alla COP21: circa un quarto dei partecipanti (49 su 195) non hanno presentato i loro piani per il raggiungimento degli obiettivi prefissati entro la deadline del 1° ottobre, si va dai paesi più sensibili, come quelli scandinavi, a quelli maggiormente disinteressati come quelli del mondo arabo. Stati Uniti e Cina hanno portato l’accordo bilaterale del 2014 sulla riduzione delle emissioni per il periodo successivo agli obiettivi del 2020.
Alla COP21, naturalmente, partecipano anche piccoli Paesi che contribuiscono all’inquinamento con una quota minima di emissioni, ma ne subiscono in maniera pesante le conseguenze. Una delle questioni sarà lo stanziamento di 100 miliardi di dollari annui per risarcire i paesi più poveri colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici.
La COP21 si concluderà significativamente l’11 dicembre 2015, a diciotto anni esatti dall' 11 dicembre 1997 in cui, durante la COP3, fu redatto il trattato di Kyoto.
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