Emissioni CO2: il Gestore dei servizi energetici ha pubblicato il rapporto sulle aste delle quote europee di emissioni per il terzo trimestre 2015.

Dic 2, 2015

Premessa
Il GSE ha reso noto il  Rapporto  sulle  aste  delle quote europee di emissione per il terzo trimestre 2015.

Dal rapporto emerge che, nel trimestre preso in considerazione, l'Italia si è collocata al terzo posto su 28 Paesi in quanto a quote messe all'asta e proventi generati. 

Novità
L'Italia ha collocato  oltre  16 milioni di EUA (European Union Allowance), valevoli per il periodo 2013-2020, con proventi per oltre 129 milioni di euro e interessi netti maturati per oltre 153.000 euro.

Il  prezzo medio registrato nel periodo di riferimento è stato  pari  a  7,92  euro/ton,  in crescita rispetto al periodo precedente. Il mercato  delle quote di  carbonio  ha fatto registrare i valori massimi degli ultimi  3  anni,  grazie  ad una maggiore fiducia nel framework regolatorio (dovuta  in  larga  parte  alla  presentazione  da  parte della Commissione Europea della proposta di riforma della direttiva ETS), che è indicativo di
un trend di medio-lungo periodo. 

Rispetto alla riforma proposta dalla Commissione Europea, si sottolinea in particolare come la definizione di una percentuale fissa di quote da mettere all'asta per tutto il IV periodo beneficerà soprattutto i paesi dell'Europa dell'est,  che  potranno  accedere al  Fondo Modernizzazione a cui gli Stati dell'Europa occidentale non possono accedere.

Il  cambio  di  paradigma,  per  cui  il  quantitativo  di quote da mettere all'asta  non  sarà  più stabilito calcolando la differenza tra il cap e le assegnazioni  gratuite,  comporterà un flusso finanziario crescente per gli Stati Membri, con prezzi che secondo i principali analisti oscilleranno tra i 20 euro/ton al 2020 e i 30-40 euro/ton al 2030.

Secondo   stime   del   GSE   effettuate  sulla  base  dell'ultima  analisi previsionale di Thomas Reuters – Point Carbon, i proventi delle aste di EUA nel  2015  potrebbero variare in un range compreso tra 509 e 531 milioni di euro  (in  crescita  rispetto  alle  stime del semestre precedente), con un prezzo medio che oscilla tra i 7,33 e gli 8,6 euro/ton.
Di   particolare  interesse  la  relazione  resa  nota  a  settembre  sulla destinazione   d'uso   dei   proventi   delle   aste  relative  al  2013, che certifica come il  45%  del  totale  (che  ammonta ad oltre 400 milioni di euro) sia stato impegnato,  se  non ancora effettivamente erogato, per progetti legati alla green  economy  (efficienza  energetica, diagnosi energetica, finanziamento del Green Climate Fund…).

Il  GSE  ha  dedicato  una  sezione  speciale  del Rapporto all'analisi dei contributi  finora  comunicati in vista della Conferenza internazionale sul clima di Parigi (COP21).
Dalle più recenti stime dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, del Joint Research  Centre della Commissione europea e dello stesso IPCC, gli impegni finora  comunicati  non  sarebbero sufficienti a contenere il riscaldamento globale  entro  la  soglia  indicata  dalla  comunità  scientifica dei 2 C° rispetto ai livelli preindustriali. 
Se  gli  INDCs (Intended Nationally Determined Contributions) non dovessero essere  rivisti, la temperatura globale aumenterà di un range che è stimato dai 2,7 ai 3 C°.

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